Villa Forni Cerato
Villa Forni Cerato, come già casa Cogollo, rappresenta un caso esemplare di intervento palladiano su un edificio preesistente,
trasformato pur con mezzi modesti in un significativo episodio monumentale. Come l'abitazione del notaio Cogollo, anche questa villa è l'unica
progettata da Palladio per un proprietario certo ricco, ma non nobile: Girolamo Forni, agiato mercante di legnami (fornitore di numerosi
cantieri palladiani, a cominciare da quello di palazzo Chiericati), amico di artisti come il Vittoria e pittore egli stesso, collezionista di
antichità e Accademico olimpico. È possibile che l'asciutto minimalismo di questo calibrato edificio sia in armonia con lo status, per così dire, borghese del proprietario. Proprio l'astratto linguaggio di villa Forni ha ingenerato dubbi sull'effettiva paternità palladiana, così
come la planimetria estremamente semplice, priva delle consuete relazioni fra le dimensioni delle stanze, o la presenza di qualche disarmonia
proporzionale fra le parti dell'edificio. In realtà la villa è l'esito della ristrutturazione della "casa vecchia" preesistente, e caso mai il
punto di vista va rovesciato, cogliendo l'intelligenza palladiana nel trasformare vincoli condizionanti in opportunità espressive. Ne fa testo
il chiaro disegno della serliana, con le colonne ricondotte a nitidi pilastri stereometrici in funzione della limitata larghezza della loggia
(probabilmente dimensionata sul salone preesistente) o il fregio ridotto a una semplice fascia sotto il cornicione. Il prospetto della loggia,
del resto, è concettualmente identico a quello di casa Cogollo, collegando una volta di più questi due edifici singolari.
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