Villa Forni Cerato
Villa Forni Cerato, come già casa Cogollo, rappresenta un caso esemplare di intervento palladiano su un edificio preesistente,
trasformato pur con mezzi modesti in un significativo episodio monumentale. Come l'abitazione del notaio Cogollo, anche questa villa è l'unica
progettata da Palladio per un proprietario certo ricco, ma non nobile: Girolamo Forni, continua...
Villa Caldogno
Nel 1541 Losco Caldogno, aristocratico vicentino e attivo commerciante di seta, ottiene in eredità una corte agricola e numerosi campi
a Caldogno, a pochi chilometri a nord di Vicenza. Legato da stretti vincoli di parentela a committenti palladiani come i Muzani e
successivamente i Godi, con buona probabilità commissionò a Palladio la ristrutturazione della corte agricola. continua...
Villa Trissino a
Cricoli
Questa villa non è sicuramente opera di Palladio, ma è uno dei luoghi del suo mito, anzi ne è l’origine. La tradizione
vuole infatti che proprio qui, nella seconda metà degli anni ’30, il nobile vicentino Giangiorgio Trissino (1478-1550) incontri il giovane
scalpellino Andrea di Pietro impegnato nel cantiere della villa. .continua...
Villa Valmarana Scagliolari Zen
La villa che vediamo oggi è molto diversa da quella progettata da Palladio per Gianfrancesco Valmarana, intorno al 1563. Un'idea del
progetto palladiano è resa nell'incisione dei Quattro Libri, che mostra una struttura con doppio ordine di logge serrate da torricelle su
entrambi i fronti, ma il disegno in questo caso mostra - ancora più che altrove - diverse incertezze e imprecisioni. continua...
Villa Almerico Capra - La
Rotonda
Icona universale delle ville palladiane, la Rotonda in realtà è considerata dal suo proprietario come una residenza
urbana o, più propriamente, suburbana. Paolo Almerico vende infatti il proprio palazzo in città per trasferirsi appena fuori le mura e lo
stesso Palladio, nei Quattro Libri, pubblica la Rotonda fra i palazzi e non già fra le ville. Del resto è isolata sulla cima di un piccolo
colle e in origine era priva di annessi agricoli.continua...
Villa Piovene
Sono più i dubbi che le certezze in merito al coinvolgimento di Andrea Palladio nella realizzazione di villa Piovene, che sorge a poche
centinaia di metri da villa Godi. Innanzi tutto l'edificio non risulta inserito nei Quattro Libri, anche se tale esclusione avviene per altre
ville certamente autografe come Gazzotti o Valmarana a Vigardolo. continua...
Barchesse di Villa
Trissino
Nei Quattro Libri Palladio afferma di aver cominciato a Meledo una fabbrica di villa per i fratelli Ludovico e
Francesco Trissino, figure di primo piano dell'aristocrazia vicentina e committenti palladiani non solo a Meledo ma anche per un proprio
palazzo di città in contra' Riale (1558) e per un piccolo villino suburbano.continua...
Villa Pisani
La realizzazione di villa Pisani a Bagnolo, a partire dal 1542, costituisce per la carriera del giovane Palladio un vero punto di
svolta. I fratelli Vettore, Marco e Daniele Pisani fanno infatti parte dell’élite aristocratica veneziana, con conseguente netto salto di
scala nella committenza palladiana sino ad allora soprattutto vicentina. continua...
Villa Angarano
Della villa che Palladio progettò per il suo grande
amico Giacomo Angarano nei dintorni di Bassano del Grappa esiste ben poco: solamente due barchesse che affiancano un corpo padronale
dall'aspetto chiaramente seicentesco. La tavola dei Quattro Libri (II, p. 63) ci restituisce la planimetria del complesso nelle intenzioni
dell'architetto: due barchesse piegate a "U" che serrano un corpo padronale fortemente sporgente. .continua...
Villa Godi
Il progetto palladiano di una villa per i fratelli Girolamo,
Pietro e Marcantonio Godi a Lonedo iniziò nel 1537 per concludersi nel 1542. Con ogni probabilità non si trattò di un incarico autonomo, ma
piuttosto di una commissione ottenuta dalla bottega di Gerolamo Pittoni e Giacomo da Porlezza, all’interno della quale il giovane Andrea
rivestiva il ruolo di specialista per l’architettura.
continua...
Villa Gazzotti
Andrea
Palladio progetta la villa per Taddeo Gazzotti fra il 1542 e il 1543. Taddeo non è di nascita aristocratica, ma è un uomo colto, appassionato
di musica e legato da vincoli di parentela acquisita ad Antenore Pagello, elemento di spicco della nobiltà vicentina, e infine fautore -
insieme a Giangiorgio Trissino - del rinnovamento architettonico della città. Una speculazione sbagliata sul dazio del sale porta Gazzotti
alla rovina e nel 1550 è costretto a vendere la villa, ancora in costruzione, al patrizio veneziano Girolamo Grimani che la completa nel giro
di alcuni anni.continua...
Villa Thiene
La villa Thiene di Quinto, come il palazzo di famiglia a Vicenza, fu costruita per Marcantonio e Adriano Thiene probabilmente in base a
un progetto di Giulio Romano, poi modificato dal direttore dei lavori, Palladio. Affacciata sul fiume Tesina, essa era situata al centro di
due grandi corti agricole dei Thiene.continua...
Villa Poiana
La villa è commissionata a Palladio dal vicentino Bonifacio Poiana, di famiglia fedelissima alla Repubblica di San Marco, che possedeva
sin dal Medioevo una giurisdizione di tipo feudale sui territori che portano il suo nome. Per altro, nell’area dove sorgerà la villa esisteva
già una corte quattrocentesca dominata da una torre, dove campeggia tuttora l’insegna familiare.continua...
Villa
Chiericati
A dispetto della scarsa attenzione dedicatale dalla critica, villa Chiericati a Vancimuglio segna una tappa
fondamentale nell'evoluzione del linguaggio palladiano perché per la prima volta un vero e proprio pronao di tempio antico viene applicato al
corpo di una villa, dando origine a un motivo che diventerà una soluzione classica nei progetti successivi (per esempio nel caso della Rotonda
e della Malcontenta).continua...
Villa Saraceno
Sul finire degli anni ’40 Andrea Palladio è chiamato da
Biagio Saraceno a intervenire a Finale di Agugliaro su una corte agricola preesistente, da tempo di proprietà della famiglia. È possibile che
il progetto prevedesse una ristrutturazione complessiva dell’insieme: nei Quattro Libri Palladio presenta l’edificio serrato fra due grandi
barchesse ad angolo retto. Sta di fatto che una risistemazione globale non fu mai effettuata e l’intervento palladiano è circoscritto al corpo
padronale: sul lato destro della corte gli edifici sono ancora quattrocenteschi, mentre la barchessa viene costruita all’inizio
dell’Ottocento.continua...